QUI RIPOSANO IN PACE L' ARTE E LA CULTURA. AMEN.

"sogno"

"sogno"

domenica 6 dicembre 2009

DONNE A PENNA

schizzi


lunedì 23 novembre 2009

IL TRENO

Si perdono i pensieri nella nebbia mentre il treno sfreccia e penso malinconicamente a quanto stia diventando difficile condurre questa doppia vita dividendomi a settimane alternate tra gli amori più grandi della mia vita. Faccio in tempo ad assaporare la gioia di stare col mio compagno che è già ora di tornare dai miei figli e ogni volta, al momento del distacco, mi si lacera l'anima e la tristezza mi attanaglia lo stomaco. Rivedo ancora adesso l'attimo in cui si sono incontrati per la prima volta i nostri sguardi e ricordo bene di aver pensato che aveva l'espressione di chi ti prende perennemente per i fondelli, e forse è stato proprio allora che ho cominciato ad innamorarmi. La sua anima è pura, spesso infantile ma proprio per questo piena di dolcezza e di amore da dare. E guardando la campagna parmigiana dal finestrino, mi chiedo come ho fatto a vivere senza di lui per tanto tempo e come posso renderlo il più felice possibile, trasmettendogli tutto il mio amore e dedicandomi il più possibile a lui per il resto di quel po' di vita che mi rimane da vivere. E poi penso a quanto sia ingiusto che le cose belle debbano succedere sempre tanto tardi, o forse sono belle proprio perché arrivano quando ormai non ti aspetti più nulla dalla vita, quando cominci a fare un bilancio e ti rendi conto che non sei affatto soddisfatta di quello che hai avuto, perché ogni cosa sembra essere capitata al momento sbagliato e anche il tanto anelato amore, quando è arrivato, eri troppo giovane per comprenderne l'immensità e l'importanza e non sapevi di certo che è un treno che raramente passa una seconda volta. Ma io sono tutto sommato una persona fortunata e non tanto perché il treno è ripassato, ma soprattutto perché l'ho visto e preso al volo, conscia che raramente avrei avuto altre opportunità a questo punto della vita, e ora questo treno sfreccia veloce e mi rende felice quotidianamente, anche solo perché esiste e anche se ogni tanto porta ritardo o ha un guasto al motore, cerco di essere paziente e di curarlo amorevolmente in modo che possa continuare la sua corsa con me sopra e che mi possa sopravvivere , perché per la prima volta nella vita non ho voglia di lasciare cadaveri dietro di me.

venerdì 25 settembre 2009

Sirena senza coda


Una sirena è un essere speciale, incapace di muoversi sulla terra ma abile nel nuotare anche nel mare più profondo; e il suo canto è irresistibile, più forte di qualsiasi diversità e paura. Cristina, imprigionata dalla nascita in un corpo "imperfetto" che non le permette di parlare nè di muoversi, è una sirena… "senza coda", ma dotata di una voce fuori dal comune. Una voce costretta per anni nel silenzio che riesce un giorno a liberarsi attraverso l’uso del computer, con una forza comunicativa travolgente. Gemma, il personaggio che impersona Cristina nel libro, è fatta di sofferenza e speranza, delusioni e «pezzi di cielo da conquistare» , con accanto i genitori, le amiche come Diana, che le danno qualche preoccupazione e gli amici come Riccardo, che le fanno battere il cuore. Ma più di tutto è fatta di parole, frasi scritte lentamente che vanno dritte al cuore e pretendono attenzione. Una girandola di sentimenti, un tuffo nella realtà di una giovane donna speciale, decisa a non lasciare che la vita le scivoli addosso ma ad afferrarla, per gridare al mondo: sono qui! Sirena senza coda, con tante cose da dire.

Gli autori: Cristina Tonelli, vent’anni, cerebrolesa dalla nascita, frequenta la terza classe del liceo sociopedagogico. Ha imparato a comunicare grazie all’uso del computer e a una particolare tecnica di comunicazione facilitata. Nel 2008 si è aggiudicata, con una recensione teatrale, il premio giornalistico Volpini di Pesaro, riservato agli studenti delle medie superiori. Sirena senza coda è il suo primo lavoro editoriale, il suo sogno è diventare giornalista.

Giancarlo Trapanese (1954), scrittore, giornalista, vice caporedattore della sede Rai per le Marche, docente di Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo presso la facoltà di Scienze delle comunicazioni dell’Università di Macerata. Ha pubblicato: Se son fiori (2005), Luna traversa (2006), Da quanto tempo (2007).


Venerdì 30 ottobre alle 21,15 aula magna della facoltà di ingegneria ad Ancona presentazione del libro.

mercoledì 16 settembre 2009

Don Paolo Farinella a Silvio Berlusconi: Lettera di ripudio

Sig. Presidente «pro tempore»
del Consiglio dei Ministri
Silvio Berlusconi,
Palazzo Chigi

00100 Roma



Lettera di ripudio

Il mio nome è Paolo Farinella, prete della Chiesa cattolica residente nella diocesi di Genova. Come cittadino della Repubblica Italiana, riconosco la legittimità formale del suo governo, pur pensando che lei abbia manipolato l’adesione della maggioranza dei pensionati e delle casalinghe che si formano un’idea di voto solo attraverso le tv, di cui lei ha fatto un uso spregiudicato e illegittimo. Lei in Italia possiede tre tv e comanda quelle pubbliche nelle quali ha piazzato uomini della sua azienda o a lei devoti e proni. Nel mese di agosto 2009 ha inaugurato una nuova tv africana, Nessma, a cui ha fatto pubblicità sfruttando illecitamente la sua posizione di presidente del consiglio e dove ha detto il contrario di quello che opera in politica e con le leggi varate dal suo governo in materi di immigrazione. Se lei è pronto a smentire, come è suo solito, ecco, si guardi il seguente filmato e giudichi da lei perché potrebbe trattarsi di Veronica Lario travestita da lei:

< http://www.youtube.com/watch?v=Se3yqycsMyg&feature=video_response >.

Faccia vedere il video ai suoi amici leghisti e nel frattempo ascolti cosa dice il sindaco di Treviso, lo sceriffo Giancarlo Gentilini del partito di Bossi, ad un raduno del suo partito xenofobo dove ha esposto «Il vangelo secondo Gentilini» con chiarezza diabolica: «Voglio la rivoluzione contro gli extracomunitari … Voglio la rivoluzione contro i bambini degli immigrati … Ho distrutto due campi di nomadi e ne vado orgoglioso. Voglio la rivoluzione contro coloro che vogliono le moschee: i musulmani se vogliono pregare devono andare nel deserto, ecc. ecc. Questo è il Vangelo secondo Giancarlo Gentilini (sindaco di Treviso): “Tutto a noi e se avanza qualcosa agli altri, ma non avanzerà niente”». Questo il link con la sua voce in diretta; si prepari ad ascoltare il demonio in persona:

< http://www.youtube.com/watch?v=_WCZNQJkV3E&feature=related >.


Legittimità elettorale e dignità etica

Riconoscere la legittimità del suo governo, con riserva etico-giuridica, non significa riconoscere anche la sua legittimità morale a governare il Paese perché lei non ha alcuna cultura dello Stato e delle sue Istituzioni, ma solo quella di difendere se stesso dalla Giustizia e i suoi interessi patrimoniali che sotto i suoi governi prosperano alacremente. Il conflitto di interessi pesa come un macigno sulla Nazione e la sua economia, ma lei è bravo ad imbrogliare le carte, facendolo derubricare nella coscienza della maggioranza che ne paga le conseguenze economiche e democratiche. Cornuti e mazziati dicono a Napoli.

Quando la sua maggioranza si sveglierà dall’oppio che lei ha diffuso a piene mani sarà troppo tardi e intanto il Paese paga il conto dei suoi avvocati, nominati da lei senatori, cioè stipendiati con soldi pubblici. Allo stesso modo stiamo pagando i condoni fiscali che lei si è fatto su misura sua e della sua azienda, sottraendo denaro al popolo italiano. In morale questo viene definito come doppio furto.

Da quando lei «è sceso in campo», l’Italia ha iniziato un degrado inesorabile e costante che perdura ancora oggi, codificato nel termine «berlusconismo» che è la sintesi delle maledizioni che hanno colpito l’Italia sia sul piano economico (mai l’economia è stata così disastrata come sotto i suoi governi), su quello sociale (mai si sono avuti tanti poveri, disoccupati e precari come sotto i suoi governi), e su quello civile (mai come sotto i suoi governi è sorta la categoria del «nemico» da odiare e da abbattere). Lei, infatti, usa la menzogna come verità e la calunnia come metodo, presentandosi come modello di furbizia e di utilizzatore finale di leggi immorali e antidemocratiche come tutte quelle «ad personam».

Nei confronti dell’ultima illegalità, che grida giustizia al cospetto di Dio, il decreto 733-B/2009, che segna una pietra miliare nel cammino di inciviltà e di negazione di quelle radici cristiane di cui la sua maggioranza ama fare i gargarismi, sappia che siamo cento, mille, diecimila, milioni che faremo obiezione di coscienza all’ignobile e illegale decreto, pomposamente detto «decreto sicurezza»: diventeremo tutti clandestini e sostenitori dei cittadini di altri Paesi, specialmente africani, in quanto «persone», anche se clandestini, a costo della nostra vita. Dobbiamo ubbidire alla nostra coscienza piuttosto che alle sue leggi razziali e disumane. La legge che definisce l’immigrazione come illegalità è un insulto a tutte le Carte internazioni e nazionali sui «diritti», un vulnus alla dottrina sociale della Chiesa e colloca l’Italia tra le nazioni responsabili delle stragi degli innocenti, perseguitati e titolari del diritto di asilo.


Essere «alto» ed essere »grande»

Lei non è e non sarà mai uno «statista» se sente il bisogno di fare vedere alle sue donnine i filmati che lo ritraggono tra i «grandi». Per essere «grande», non basta rialzare le suole delle scarpe, ma occorre avere una visione oltre se stesso, una visione «politica» che a lei è estranea del tutto, incapace come è di vedere oltre i suoi interessi. Per potere emergere dallo squallore in cui lei è maestro, ha profuso a piene mani il virus dell’antipolitica, il qualunquismo populista, trasformando la «polis» da luogo di convergenza di ideali e di interessi a mercato di convenienza e di sopraffazione. Lei, da esperto di vecchio pelo, ha indotto i cittadini ad evadere il fisco che in uno Stato democratico è prevalentemente un dovere civile di solidarietà e per un cristiano un obbligo di coscienza perché strumento di condivisione per servizi essenziali alla corretta e ordinata convivenza civile e sociale. Durante il suo governo le tasse sono aumentate perché incapace di porre un freno alla spesa pubblica che anzi galoppa come non si è mai visto. Non faccia confusione tra «essere alto» e «essere grande», come insegna Napoleone che lei ben volentieri scimmiotta, senza riuscire ad eguagliare l’ombra del dittatore.

Lei non può negare di essere stato piduista (tessera n. 1816) e forse di esserlo ancora, se come sembra, con il suo governo cerca di realizzare la strategia descritta nei documenti sequestrati al gran maestro Licio Gelli, a Castiglion Fibocchi (Comunicato Ansa del 17 marzo 1981 ore 12:18, da cui emerge il suo numero di tesserato; cf intervista di Licio Gelli su Repubblica.it del 28-09-2003).


La maledizione italiana

A lei nulla importa dei valori religiosi, etici e sociali, che usa come stracci a suo comodo esclusivo, senza esimere di vantarsi di essere ossequioso degli insegnamenti etici e sociali della Chiesa cattolica, di cui si è sempre servito per averne l’appoggio e il sostegno. Partecipa convinto al «Family-Day» in difesa della famiglia tradizionale, monogamica formata da maschio e femmina e poi ce lo ritroviamo con prostitute a pagamento che registrano la sua voce nel letto di Putin; oppure spogliarelliste che lei ha nominato ministre: è lecito chiedersi, in cambio di cosa? Come concilia questo suo comportamento con le sue dichiarazioni di adesione agli insegnamenti della Chiesa cattolica? La «corrispondenza d’amorosi sensi» tra lei, il Vaticano e la gerarchia cattolica è la maledizione piombata sull’Italia ed una delle cause del progressivo e costante allontanamento dalla Chiesa delle persone migliori. I prelati, come sempre nella storia, fanno gli affari loro e lei che di affari se ne intende si è lasciato usare ed ha usato senza scrupoli offrendo la sua collaborazione e cercando quella della cosiddetta «finanza cattolica» legata a doppia mandata con il Vaticano. Se volesse avere la documentazione di legga il molto istruttivo saggio di Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel, «L’unto del Signore», BUR, Rizzoli, Milano 2009.

Gli ecclesiastici, da perfetti «uomini di mondo, hanno capito che con lei al governo potevano imporre al parlamento leggi e decreti di loro interesse, utilizzandolo quindi come braccio secolare. Per questo obiettivo, devono però rinunciare alla loro religiosità e adeguarsi alla paganità del potere che esige la contropartita. Lei, infatti, è sostenuto dall’Opus Dei, da Comunione e Liberazione e da tutte le organizzazioni e sètte cattoliche che si lasciano manovrare a piacimento con lo spauracchio dei «comunisti» e con l’odore satanico dei soldi.

Il Vaticano e i vescovi, non essendo profeti, ma esercenti gestori di una ditta pagana, non hanno saputo o voluto cogliere le conseguenze nefaste che sarebbero derivate al Paese da questo connubio incestuoso; di fatto sono caduti nella trappola che essi stessi e lei avevate preparato. L’incidente di Vittorio Feltri, da lei, tramite la famiglia, nominato direttore del suo «Il Giornale» con cui uccide sulla pubblica piazza Dino Boffo, direttore di «Avvenire» portavoce della Cei, va oltre le vostre intenzioni e come un granellino si sabbia inceppa il motore. Oppure, secondo l’altra vulgata, tutto sarebbe stato progettato da lei e Bertone per permettere a questi di mettere le mani sulla Cei e a lei di fare tacere un sussurro appena modulato di critica sui suoi comportamenti disgustosi. Senza volersi arrampicare sugli specchi forse si è verificato un combinato disposto, non nei tempi e nelle forme da voi progettato.

Il giorno 7 agosto 2009, in un colloquio riservato con il cardinale Angelo Bagnasco, lo misi in guardia: «Stia attento – gli dissi – e si prepari alla guerra d’autunno perché con la nomina di Feltri al Giornale di Berlusconi (20-07-2009), la guerra sarà totale e senza esclusione di colpi. Berlusconi non può rispondere alle domande di la Repubblica e non può andare in tv a dare spiegazioni. Può continuare a negare sulle piazze per gli allocchi, ma nemmeno lui, menzognero di professione potrebbe negare davanti a domande precise e contestazioni puntuali. Per questo non lo farà mai, tanto meno in Parlamento. Non ha che un mezzo: sguazzare nel fango facendolo schizzare su tutti e su tutto, in base al principio che se tutto è infangato, nessuno è infangato». Il cardinale mi guardò come stupito e incredulo, reputando impossibile la mia previsione. Credo che ora si morda le labbra.

Eppure credo anche che lei sia finito: per la finanza internazionale e per gli interessi di coloro che lo hanno sostenuto, Vaticano compreso, lei ora è ingombrante e impresentabile e deve essere sostituito, ma lei non cadrà indenne, farà più danni che potrà, un nuovo Sansone in miniatura. Lei sa che deve andarsene, ma sa anche che passerà alla storia non come quel «grande, immenso» presidente che è stato lei, ma come «l’utilizzatore finale di prostitute che altri pagavano per conto suo». Non c’è che dire: lei è un grande in bassezza e amoralità.


Spergiuro

Nella trappola non è caduto il popolo di Dio, formato da «cristiani adulti» che tanto dispiacciano al papa «pro tempore» Benedetto XVI: lei non potrà mai manipolarli come non potrà mai possedere le coscienze dei non credenti austeri, cultori della laicità dello Stato che lei vilipende e svende, sempre e comunque, per suo inverecondo interesse. Lei ha la presunzione ossessiva di definirsi liberale, ma non sa cosa sia il liberismo, mentre è l’ultima caricatura di promettente e decadente comunista sovietico di stampo breshnieviano, capace di usare il popolo per affermare la propria ingordigia patologica di potere. D’altronde il suo amico per la pelle non è l’ex «kgb» Vladimir Vladimirovic Putin, nella cui dacia è ospitato secondo la migliore tradizione comunista italiana?

Dal punto di vista della morale cattolica, lei è uno spergiuro perché ha giurato sulla testa dei suoi figli, senza pudore e alcuni giorni dopo il «ratto di Noemi», ha dato dello stesso fatto diverse versioni differenti, condannando se stesso e la testa dei suoi figli alla pena dello spergiuro che già Cicerone condannava con la «rovina» e l’esposizione all’umana infamia: «Periurii poena divina exitium, humana dedecus – La pena divina dello spergiuro è la rovina e l’infamia/il disprezzo degli uomini» (De legibus, II, 10, 23; cf anche De officis, III, 29, 104;in Cicerone, Opere politiche e filosofiche, a c. di Leonardo Ferrero e Nevio Zorzetti, vol. I, UTET, Torino, 1974, risp. p. 489 e p. 823). Anche il Diritto Canonico, per sua informazione, riserva allo spergiuro «una giusta pena» (CJC, can. 1368), demandata all’Autorità, in questo caso il papa, che avrebbe dovuto comminarle la pena canonica, invece di indirizzarle una lettera diplomatica per il g8 e i suoi «deferenti saluti». Non ci può essere deferenza, tanto meno papale, per un uomo che ha toccato il fondo della dignità politica e morale.

Gli ultimi fatti di Villa Certosa e Palazzo Grazioli hanno sprofondato lei (non era difficile), ma anche l’Istituto Presidenza del Consiglio in un letamaio senza precedenti. Mai l’Italia è stata derisa nel mondo intero (ormai da quattro mesi continui) a causa di un suo presidente del consiglio che, su denuncia della moglie, frequenta le minorenni e sempre per ammissione della moglie che lo frequenta da oltre trent’anni, per cui si presume lo conosca bene, è malato e come un dio d’altri tempi esige per la sua perversione, sacrifici di giovani vergini per nascondere a se stesso i problemi del tempo che inesorabilmente passa, nonostante il trucco abbondante.


Affari privati o deriva di Stato?

Lei dice di volere difendere la sua privacy, ma non c’è privacy per uno che ha portato i suoi fatti «privati» in tv attaccando indecorosamente la sua stessa moglie che ha intrapreso la strada del divorzio. Forse lei ha dimenticato che sull’immagine della sua «felice famiglia italiana» lei ha costruito se stesso e la sua fortuna politica ed economica. Lei si comporta per quello che è: uno spaccone che in piazza si vanta di tutto ciò che non ha mai fatto e poi pretende che nessuno ne parli. Se lei mette il segreto di Stato sulle sue ville, queste diventano ipso facto «affare politico» perché lei le usa anche per incontri istituzionali e quindi fanno parte dell’Istituzione della presidenza del consiglio. Lei non ha diritto alla vita privata, quando si comporta da uomo pubblico e promette carriere tv o posti in parlamento a donnine compiacenti che la sollazzano nel suo «privato». Non è lei che ha detto in una intercettazione, parlando con Saccà che «le donne più son cattoliche più son troie»? Può spiegare, di grazia, il significato di queste parole altamente religiose e rispettose delle donne e indicarci a chi si riferiva? C’entrano le due donne che siedono nel suo governo e che si vantano di essere cattoliche: la Carfagna e la Gelmini?

Lei e suoi paraninfi continuate a dire che si tratta di questioni private senza rilevanza pubblica, sapendo di mentire ancora e senza pudore. Sarebbero affari privati se Silvio Berlusconi non fosse presidente del consiglio che alle donnine che gli accompagnano anche a pagamento, non promettesse incarichi in aziende pubbliche (tv) o posti in parlamento se non addirittura al governo. Vorrei chiederle per curiosità: quali sono i meriti e le benemerenze delle ministre Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini per essere assurte, non ancora quarantenni, a posti di rilievo nel suo governo? Perché Mara Carfagna posava nuda o la Gelmini prendeva l’abilitazione in Calabria?

Le sue ville sono ancora sotto la tutela del segreto di Stato e quindi guardate a vista da polizia, carabinieri, esercito? A spese di chi? Può ancora dire che sono residenze private? Fu lei in persona ad andare dal suo devoto suddito Bruno Vespa a rispondere pubblicamente a suo moglie, Veroni Lario, rendendo pubblici i fatti che la riguardavano e attaccando sua moglie senza alcuna pietà, facendo pubblicare dal suo «killer mediatico» le foto di sua moglie a seno nudo di quando faceva l’attrice. Non credo che lei possa dire che le sue vicende sono private perché ci riguardano tutti, come cittadini e come suoi «sovrani» costituzionali perché una cosa è certa: noi non abdicheremo mai alla nostra dignità di cittadini sovrani figli orgogliosi della nostra insuperabile Costituzione. Noi non permetteremo mai che lei diventi il «padrone» della nostra dignità.

Per lei è cominciato l’inizio della fine perché il suo declino è iniziato nel momento stesso in cui è andato nella tv di Stato compiacente e, senza contraddittorio, alla presenza del solo cerimoniere e maggiordomo fidato, ha cominciato a farfugliare bugie, contraddizioni, falsità che non hanno retto l’urto dei fatti crudi. Se lei fosse onesto, anche solo per una parte infinitesimale, dovrebbe rassegnare le dimissioni, come aveva promesso nel suddetto, compiacente recital.



Strategie convergenti

Lei può fare affari col Vaticano e chiudere nel cassetto morale e dignità, ma sappia che il Vaticano non è la Chiesa, per nostra fortuna e per sua e vostra disgrazia. Noi, uomini e donne semplici, vogliamo onorare e difendere la nostra dignità e la nostra fede, contro ogni tentativo di manipolazione e di incesto tra altare e politica. Purtroppo lei, supportato da parte della gerarchia, ha fatto scadere la «politica» da arte a servizio del bene comune a mercimonio di malaffare e a sentina maleodorante. Le istituzioni cattoliche che lo hanno appoggiato ne portano, con lei, la responsabilità morale, in base al principio giuridico della complicità.

Strana accoppiata: i difensori della moralità ufficiale, costretti a tacere per mesi di fronte a comportamenti indegni e a leggi inique, perché lautamente ricompensati o in vista della mancia promessa. Trattasi solo di un baratto di cui i responsabili dovranno rendere conto. I vescovi hanno ritrovato la parola quando si sono visti attaccare, inaspettatamente, da lei con avvertimenti di stampo mafioso (per interposta persona). La gerarchia, in genere felpata e compassata, in questo frangette è risorta come un sol uomo, arruolando anche il papa alla bisogna, ma cogliendo anche l’occasione per dare corpo alle vendette interne e regolare i conti tra ruiniani e bertoniani. Come insegna l’amabile Andreotti «la vendetta è un piatto che si gusta freddo». Strategie convergenti che hanno sprigionato il disgusto del popolo cattolico e dei cittadini che ancora pensano con la propria testa.


Ripudio

Io, Paolo Farinella, prete mi vergogno della sua presidenza, per me e la mia Nazione e, mi creda, in Italia siamo la maggioranza che non è quella elettorale, ottenuta da una «legge porcata» che ben esprime l’identità della sua maggioranza e del governo e di lei che lo presiede (o lo possiede?). Lei potrà avere il sostegno del Vaticano (uno Stato estero) e della Cei che con il loro silenzio e le loro arti diplomatiche condannano se stessi come complici di ingiustizia e di immoralità.

Per questi motivi, per quanto mi concerne in forza del mio diritto di cittadino sovrano, non voglio più essere rappresentato da lei in Italia e all’Estero, io la ripudio come politico e come presidente del consiglio: lei non può rappresentarmi né in Italia e tanto meno all’estero perché lei è la negazione evidente di tutto quello in cui credo e spero di vedere realizzato per il mio Paese. sia perché non mi rappresenta sia perché è indegno di rappresentare il buon nome dell’Italia seria, laboriosa e civile e legale che amo e per la quale lotto e impegno la mia vita. Non importa che lei abbia la maggioranza parlamentare, a me interessa molto di più che non abbia la mia coscienza

Io, Paolo Farinella, prete ripudio lei, Silvio Berlusconi, presidente pro tempore del consiglio dei ministri e tutto quello che rappresenta insieme a coloro che l’adulano, lo ingannano, lo manipolano e lo sorreggono: li/vi ripudio dal profondo del cuore. in nome della politica, dell’etica e della fede cattolica. La ripudio e prego Dio che liberi l’Italia dal flagello nefasto della sua presenza.

Genova 09 settembre 2009

Paolo Farinella, prete



domenica 28 giugno 2009

ANIME SALVE

ANIME SALVE (di Fabrizio De Andrè)

Mille anni al mondo, mille ancora:
che bell'inganno sei anima mia
e che bello questo tempo,
che bella compagnia.

Sono giorni di finestre adornate,
canti di stagione,
anime salve in terra e in mare.

Sono state giornate furibonde,
senza atti d'amore,
senza calma di vento:
solo passaggi e passaggi,
passaggi di tempo.

Ore infinite come costellazioni e onde,
spietate come gli occhi della memoria.
Altra memoria e non basta ancora,
cose svanite, facce e poi il futuro.

I futuri incontri di belle amanti scellerate:
saranno scontri,
saranno cacce con i cani e coi cinghiali,
saranno rincorse e affanni per mille anni.

Mille anni al mondo, mille ancora:
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo,
che solitudine, che bella compagnia.


SPARED SOULS (INGLESE by Arlene)

A thousand years in this world, a thousand years still:
such beautiful illusion you are, my soul
and how wonderful this time,
such lovely company.

They are ornamental-window days,
seasonal songs,
spared souls in land and sea.

They were furious days,
without acts of love,
without calm of wind:
only passings and passings,
passages of time.

Hours infinite like constellations and waves,
ruthless like the mind's eye.
Other memories and it's still not enough,
things disappear, faces and then the future.

The future meetings of beautiful wicked lovers:
they will be collisions,
hunts with dogs and falcons,
pursuits and anxiety for a thousand years.

A thousand years in the world, a thousand years still:
such beautiful illusion you are, my soul
and how wonderful this time,
such solitude, such lovely company.


SAFE SOULS (INGLESE by Stefano)

A thousand years on earth, one thousand more:
such a neat trick you are, my soul
and how pleasant this age,
a lovely party.

Adorned windows are in these days,
seasonal tunes,
souls saved on land and at sea.

Raging days were they,
with no acts of love,
nor calm of wind:
only passings and passings,
passages of time.

Endless hours like stars and waves,
cruel like the mind’s eye.
More remembrance, and yet not enough,
faded things, faces and the future then.

Dates to come of wicked lovers:
fights will be they,
hunts with hounds and wild boars,
a thousand years of chasing and panting.

A thousand years on earth, one thousand more:
such a neat trick you are, my soul
and how great an age this one,
such loneliness, a lovely party.



SAVED SOULS (INGLESE by Carla and Jack)

A thousand years on this earth, a thousand more:
such an illusion you are, my soul
and how pleasing these days,
a lovely party.

These are days of decorated windows,
seasonal tunes,
souls saved on land and sea.

But they were raging days,
no acts of love,
no calm of wind:
only passings and passings,
passings of time.

Endless hours like stars and waves,
unyielding like the mind's eye.
many memories, yet still not enough,
things vanish, faces and then the future.

A future of wicked lovers:
there will be struggles,
hunts with hounds and fox,
a thousand years of chasing and panting.

A thousand years on this earth, a thousand more:
such an illusion you are, my soul
and how pleasing these days,
loneliness, such a lovely party.

MEGMENTETT LELKEK (UNGHERESE by Elisabetta)

Ezer ev a vilagon, es meg ujabb ezer:
milyen szep becsapas vagy, lelkem
es milyen szep ez az ido,
milyen szep ez a tarsasag.

Ezeken a napokon az ablakokat feldiszitik,
az evszakok dalai zengenek,
megmentett lelkek foldon es tengeren.

Orult napok voltak ezek,
szerelem nelkul,
szelcsend nelkul:
az ido csak mult,
csak mult Ês mult.

Vegtelen orak akar a csillagkepek Ês a hullamok,
kegyetlenek, mint az emlekezet szeme.
Mas emlekek es ez nem eleg,
elillant dolgok, arcok es a jovo.

Eljovendo talalkozasok orult gyonyoru szeretokkel:
csatak lesznek ezek,
vadaszatok kutyakkal es vaddisznokkal,
evezredig tarto kergetes, szenvedesek.

Ezer ev a vilagon es meg ujabb ezer:
milyen szep becsapas vagy, lelkem,
Es milyen szep ez az ido, milyen szep ez a tarsasag.

Ho scritto il testo senza gli "accenti" delle vocali ungheresi perche temevo che non saresti stato in grado di leggerli. A ogni modo quando avro tempo lo scrivero anche con WORD e cerchero di mandartelo come attachment.

ANIMAS SALVAS (SPAGNOLO by Luigi el Cubano)


Mil años al mundo, mil aún:
que rico engaño eres alma mia
y que rico eso tiempo,
que bonita compañia.

Son dias de ventanas adornadas,
cantos de estación,
animas salvas en tierra y en mar.

Fueron dias de rabia,
sin echos de amor,
sin calma de viento:
solo pasajes y pasajes,
pasajes de tiempo.

Oras infinidas como costellaciones y olas,
cruel como los ojos de la memoria.
Otra memoria y todavia no bastante,
cosas que se furon, caras y el futuro.

Futures encontres de bonitas y malas queridas:
seran peleas, seran cazas con perros y cerdos,
seran carreras y penas por mil años.

Mil años al mundo, mil aún:
que rico engaño eres alma mia
y que grandioso eso tiempo,
que soledao, que bonita compañia.


HEILE SEELEN (TEDESCO by Babe)


Tausend jahre auf der welt, und nochmals tausend:
was für ein schöner betrug du bist meine seele,
und wie schön diese zeit ist,
welch schöne gesellschaft.

Es sind tage geschmückter fenster
und jahreszeitengesang,
heile seelen auf dem land und auf dem meer.

Es waren rasende tage,
ohne liebesakte,
ohne windstille:
nur ein vorübergehen undein vorübergehen,
ein vorübergehen der zeit.

Undenliche stunden wie sternbilder und wellen,
so erbarmungslos wie die augen der erinnerung.
Noch mehr erinnerung und es ist noch nicht genug,
verlorengegangene sachen, gesichter und dann die zukunft.

Die zukünftigen treffen von schönen, schändlichen geliebten:
es werden zusammenstösse sein,
es wird eine jagd mit hunden und dann mit wildschweinen sein,
es wird eine verfolgungsjagd und angst sein für tausend jahre.

Tausend jahre auf der welt, und nochmals tausend:
was für ein schöner betrug du bist meine seele,
und wie immens diese zeit ,
welche einsamkeit, welch schöne gesellschaft.

ANIMI SALVI (LATINO by Pietro)


Per mille annos in mundo, mille iterum :
o dolum pulchrum qui es, mi anime !
o vitae tempus pulchrum !
o coetum pulchrum !

Sunt dies finestrarum ornatarum,
carminum anni temporis,
animi salvi in terra mareque.

Dies furentes fuerunt,
sine rebus amatoriis,
sine quiete venti :
solum itinera atque itinera,
itinera temporis.

Horae sic infinitae ut sidera et fluctus,
sic crudeles ut oculi memoriae.
Nova memoria et nondum sufficit,
res dilapsae, vultus ac postea futura.

Posteri occursus pulchrarum amatricum sceleratarum :
concursus erunt,
venationes canibus atque apris erunt,
impetus atque anhelitus per mille annos erunt.

Per mille annos in mundo, mille iterum :
quam pulcher dolus qui es, mi anime !
o vitae tempus magnum !
quae solitudo ! o coetum pulchrum !

ÂMES SAUVÉES (FRANCESE by Raffaella)


Mille ans au monde, mille ans encore
que tu es traître mon âme !
Et quels beaux ces moments,
quelle belle compagnie.

Ce sont des jours de fenêtres ornées,
de chants de saison,
d’âmes sauvées sur la terre et dans la mer.

Il a été des journées furieuses,
sans actes d’amour,
sans temps calme,
de passages et passages seulement,
de passages de temps.

Heures infinies comme des constellations et des vagues,
acharnées comme les yeux de la mémoire.
Encore de la mémoire et il ne suffit pas encore,
les choses évanuées, les visages et puis le futur.

Les rencontres futures de belles amantes scélérates
seront des collisions,
des chasses avec les chiens et les sangliers,
seront des élans et des anxietés pour mille ans.

Mille ans au monde, mille ans encore
que tu es traître mon âme !
Et quels grands ces moments,
quelle solitude, quelle belle compagnie.

ALMAS SALVAS (PORTOGHESE by Umberto)


Mil anos no mundo, ainda mil:
que belo engano és alma minha
e que belo este tempo,
que bela companhia.

São dias de janelas enfeitadas,
canções de estação,
almas salvas na terra e no mar.

Foram dias furibundos
sem actos de amor,
sem calma de ventos:
passagens e passagens,
passagens de tempo.

Horas infinitas corn constelações e ondas,
sem piedade como os olhos da memória.
Outra memória e ainda não basta,
coisas perdidas, faces e depois o futuro.

Os futuros encontros de lindas amantes sem escrúpulos;
vão ser combates,
vão ser caças com os cães e corn os javalis,
vão ser perseguições e tormentos por mil anos.

Mil anos no mundo, ainda mil:
que belo engano és alma minha
e que grande este tempo, que solidão, que bela companhia.

PELASTETUT SIELUT (FINLANDESE by Petri e Renata)


Tuhat vuotta maailmassa, tuhat vuotta lisää:
kuinka kaunis olet petollinen sieluni
ja kuinka kaunis onkaan tämä hetki,
kuinka kaunis onkaan seurani.

On aika koristeltujen ikkunoiden,
vuodenaikojen laulujen,
maalla ja merellä pelastettujen sielujen.

On ollut raivoisin päiviä,
ilman rakkauden tekoja,
ilman tuuntä:
vain kulkun ja kulkun,
ajan kulumista.

Loppumattomat tunnit kuin tähdet ja aallot,
julmat kuin muistin silmät.
Toinen muisto eikä vieläkään riitä,
tapahtumat häviävät, kasvot ja sitten tulevaisuus.

Kauniiden viheliäisten rakastavaisten tulevat tapaamiset:
ovat tõrmäuksiä,
metsästuksiä koirien ja villisikojen kera,
purähduksiä ja huolia tuhanneksi vuodeksi.

Tuhat vuotta maailmassa, tuhat vuotta lisää:
kuinka kaunis olet petollinen sieluni
ja kuinka suuri onkaan tämä hetki,
mikä uksinäisuus, mikä kaunis seura.

ALMAS SALVADAS (GALIZIANO by Jacobo)


Mil anos ao mundo, mil mais:
que fermoso engano es alma miña
e que fermoso este tempo,
que fermosa compaña.

Son dìas de fiestras adornadas,
cantos de tempada,
almas a salvo, no mar e na terra.

Foron dìas coléricos
sen tempo para o amor,
sen calma de vento:
sòlo trànsito e trànsito,
trànsito de tempo.

Horas infinitas coma costelaciòs e ondas,
despiadadas coma ollos da memoria.
Outra memoria e non basta ainda,
cousas esvaecidas e rostros e despois o futuro.

Os futuros encontros con fermosas e perversas amantes:
seràn combates,
seràn cacerìas con cans e xabarìns,
serà persecuciòs e folguexos por mil anos.

Mil anos ao mundo, mil mais:
que fermoso engano es alma miña
e que fermoso este tempo,
que soidade, que fermosa compaña.

OVERGEBLEVEN ZIELEN (OLANDESE by Monica)


Duizend jaren in deze wereld, en nog duizenden jaren te gaan:
wat een mooie illusie ben jij, mijn ziel
en wat een fantastische tijd, zo’n heerlijk gezelschap.

De dagen zijn als gedecoreerde etalages
seizoensgebonden liederen,
overgebleven zielen op het land en in de zee.

Het waren kwade dagen,
zonder betuiging van liefde,
zonder windstilte:
alleen het tikken,
het tikken van de klok.

Oneindige uren, als constellatie en golven,
meedogenloos als het geestesoog.
Andere herinneringen en nog is het niet genoeg,
dingen verdwijnen, eerst gezichten en dan de toekomst.

De toekomstige bijenkomsten van mooie verdorven minnaressen,
ze zullen aanvaringen worden,
als een jacht met honden en valken,
als achtervolging en angst voor nog duizenden jaren.

Duizend jaren in deze wereld, en nog duizenden jaren te gaan:
wat een mooie illusie ben jij, mijn ziel
en wat een fantastische tijd,
zo’n eenzaamheid, zo’n heerlijk gezelschap.

venerdì 26 giugno 2009

Mia triste Italia


Un paese che fu bandiera di liberta' e cultura e' comandato oggi da un
politico che censura l'informazione che non gli e' gradita. Che cosa e'
successo all'Italia? Perche' coloro che l'hanno amata fanno cosi' fatica a
riconoscerla?

Di Juan Arias - El Pais


Ho vissuto in Italia piu' che in Spagna: circa 50 anni. A questo paese che,
secondo l'Unesco, riunisce il 36% dell'arte di tutto il pianeta, devo molto
sia umanamente che culturalmente.
In Italia, dove studiai, dove ho respirato per la prima volta l'aria pura
della liberta' - arrivando dal paese della censura, delle condanne a morte
arbitrarie, dell'inesistenza dei partiti politici - mi diedero la
cittadinanza per meriti culturali. Li' votai per la prima volta nella mia
vita. Avevo piu' di 40 anni. In Spagna non si votava, si viveva solo nel
terrore.
Ricordero' sempre quella mattina quando potei inserire la mia scheda
elettorale nel segreto dell'urna. Il mio voto, mi dissero, ne valeva mille.
Erano elezioni in cui gli italiani iniziavano a stancarsi dei politici, e
questo invitava all'astensione. La Rai mi intervisto' chiedendomi cosa
provava uno spagnolo che poteva votare per la prima volta. Parlai della mia
evidente emozione e osai chiedere a coloro che intendevano disertare le urne
che andassero a votare come a risarcirmi per non averlo potuto fare a mia
volta per cosi' tanti anni. Dalla radio, in seguito, mi telefonarono per
dirmi che migliaia di persone, comprese famiglie intere, volevano che io
sapessi che erano andate a votare per me.


In Italia ho potuto pubblicare quello che nel mio paese non mi era
consentito. Riviste e quotidiani mi hanno aperto le loro porte. Ho goduto
del privilegio di conoscere e intervistare i personaggi della letteratura e
dell'arte che in quel periodo facevano grande il paese di Dante e Leonardo,
scrittori come Fellini, Pasolini, Sciascia, Italo Calvino; stilisti come
Valentino, Armani, Missoni; grandi imprenditori come Agnelli o Pirelli;
magnifici editori come Einaudi o Feltrinelli. e politici degni come
Berlinguer o Moro, o giudici capaci come Falcone, con il quale parlai alcuni
mesi prima che fosse assassinato. Durante il mio incontro con il giudice
Falcone eravamo circondati da un sacco di polizia armata fino ai denti e di
sirene: "E' tutta scena. Quando la mafia decidera', mi uccideranno lo
stesso" mi disse il magistrato partendo con un mezzo sorriso triste. Lo
uccisero.

Quella era un'Italia che io amavo appassionatamente e nella cui lingua
scrissi i miei primi libri.

Fino a che arrivo' Silvio B. Lo vidi atterrare a Palermo, capoluogo della
Sicilia, cuore della mafia, in elicottero, come un dio pagano. Era alla sua
prima candidatura. In pochi credevano che quell'istrione, che mai aveva
avuto a che fare con la politica, in un paese tanto politicizzato come
l'Italia potesse vincere. Io scrissi sul mio quotidiano che sarebbe stato
eletto. Vidi quel giorno a Palermo quasi mezzo milione di persone alzare le
braccia verso l'elicottero che portava il Salvatore.

La mafia siciliana aveva cambiato bandiera. Abbandonava la potente
Democrazia Cristiana, fino ad allora la sua signora, per offrire il bacio e
il suo voto all'imprenditore di cui si diceva che avesse l'arte magica di
creare posti di lavoro dal nulla. Da quel giorno l'Italia inizio' ad entrare
nel tunnel della decadenza. Io me ne tornai in Spagna.
Ora vedo, come in un incubo, che gli italiani, che a me avevano dato il
piacere della liberta' di informazione e di espressione, devono leggere El
Pais per poter conoscere le spudoratezze compiute dal loro Cavaliere. Dov'e'
quell'Italia che il mondo ammirava e amava?

L'Italia mi difese quando il governo del dittatore Franco voleva processarmi
per aver pubblicato un articolo che riguardava il comportamento della Chiesa
spagnola durante la dittatura militare. Mi convocarono a Madrid. Fui
ricevuto dall'allora ministro Giron, a casa sua. Mi disse che un ministro
aveva portato il mio articolo al Consiglio dei Ministri chiedendo la mia
testa. Al termine del Consiglio, Franco si limito' a chiamare il ministro
Giron e gli disse: "Lascia vivo questo ragazzo, altrimenti andiamo a farne
un martire in Italia. Pero' chiamalo e raccontagli cosa e' successo". Era un
avviso chiaramente mafioso. Cosi' era allora in Spagna. Cosi' e' oggi, o
quasi, in Italia.
Nelle mie notti insonni mi chiedo come sia potuta avvenire una tale
metamorfosi. Come si sia arrivati a questa triste Italia di oggi. Posso solo
farmi alcune domande partendo dalla mia lunga esperienza italiana.

Perche' B vinse la prima volta, quando gia' circolava un libro che
raccontava i suoi misfatti e le illegalita' commesse come impresario edile a
Milano? Perche', quando erano al potere, i socialisti di Bettino Craxi, che
fini' la sua vita in esilio ricercato per corruzione, permisero a B di
creare il suo impero televisivo contro tutte le norme della Costituzione?
Che fecero, o cosa non fecero, i comunisti, eredi del severo e onorato
Berlinguer, quando dopo piu' di 40 anni di lotte per avere il potere lo
raggiunsero e lo gestirono cosi' male che gli italiani preferirono eleggere
B? In che cosa furono ingannati gli italiani? Perche' persero cosi'
velocemente l'essenza di quel che era stato il maggior partito comunista
d'Europa, che riuniva sotto le sue ali e proteggeva dalla mediocrita' della
dx tutta l'intelligenza, l'arte e la cultura del paese?
Un partito, insisto, che aveva come leader un Berlinguer sempre timido e
schivo, come doveva essere un figlio dell'austera Sardegna, pero' onesto,
rispettato e tanto amato. Il giorno della sua morte si paralizzo' la citta'
di Roma e due milioni di persone si riversarono per le strade come se la
squadra nazionale di calcio avesse vinto il mondiale.

A quel tempo ero un critico severo dell'allora potente Democrazia Cristiana,
che da 40 anni deteneva il potere e che fini' travolta dagli scandali per la
sua corruzione. Oggi, a tanti anni di distanza, devo riconoscere che quello
che vedo ora e' peggio. Ed e' davanti agli occhi di tutti. La Democrazia
Cristiana, profondamente conservatrice, aveva, comunque, un profondo
rispetto per la liberta' di espressione dei giornalisti. Conservo ancora
alcuni biglietti, scritti con la calligrafia grande di Fanfani o quella
minuta di Andreotti, entrambi piu' volte a capo del Governo. Ogni volta che
pubblicavo un articolo critico rivolto all'uno o all'altro, arrivava al mio
ufficio un motociclista che mi portava uno di questi biglietti, dove mi
ringraziavano per quello che avevo scritto su di loro.

Quando la Spagna stava per entrare nell'Unione Europea, il ministro degli
Affari Esteri italiano era Andreotti. Nella ambasciata italiana a Madrid,
alcuni piu' realisti del re decisero di analizzare i miei articoli,
concludendo che ero eccessivamente critico nei confronti dei politici
italiani. Chiamarono l'ambasciatore spagnolo a Roma e, con evidente
atteggiamento mafioso, gli ricordarono che l'assenso dell'Italia era
fondamentale per l'entrata della Spagna nella Comunita' Europea e che i miei
articoli non piacevano.
La notizia arrivo' alle orecchie di Andreotti, del tutto ignaro della
vicenda. Quella mattina mi chiamo' per offrirmi un'intervista. Mi ricevette
a braccia aperte. Non si parlo' della faccenda. Mi racconto' aneddoti
inediti sul suo rapporto con papa Giovanni Paolo II. Mi disse che il Papa
polacco a volte lo invitava a pranzo o a cena, e ad assistere con lui alla
messa nella sua cappella privata. Prima di congedarmi mi autografo' un libro
con queste parole: "Al mio caro collega giornalista Juan Arias, con
amicizia". Andreotti si vantava sempre di essere un giornalista
professionista. E sulla porta mi disse. "La Spagna sara' molto importante
nella Comunita' europea. Io votero' a favore". Lo ha fatto.

Andreotti, cio' nonostante, soleva dire che i politici spagnoli mancavano di
"finezza" (in italiano nel testo. NdR). Tristemente, questa "finezza" oggi
manca a tanti politici italiani, a partire dal suo presidente e dalla sua
corte faraonica, a cui l'informazione libera provoca orrore e panico.
Forse non e' vero che agli italiani piace tanto B - per lo meno agli
italiani che conosco io - e forse e' vero che non piacciono loro nemmeno gli
altri politici. A questi altri io diedi il primo voto della mia vita. Come
direbbe Saramago: Triste cosa.

venerdì 19 giugno 2009

AMICI...

A volte si perdono le persone senza sapere il perché. Se si potesse stare nella testa di qualcun altro per capirne i meccanismi sarebbe tutto più semplice. Ma non è così e quindi bisogna farsene una ragione senza riuscire a dare una spiegazione logica all'accaduto. E' probabile che in alcuni momenti della mia vita, abbia spaventato la gente, perché quando sto male, di quella malattia di cui ormai solo io e pochi altri conosciamo il meccanismo, divento un' altra persona. E' un gioco al massacro a cui probabilmente è difficile assistere in silenzio. Ma in quei momenti quello che chiedo è proprio di assistere in silenzio, cercando di capire e amandomi per quello che sono. E' cosi difficile? Probabilmente si e per molti è impossibile. Ed è così che ho perso molte persone che si sono allontanate alla chetichella e qualcuno mi ha addirittura scansato come se avessi la peste. Ma io chiedo a queste persone: “ chi credete d'essere per giudicare e catalogare un essere umano solo perché ha una sofferenza interiore che lo fa allontanare dal mondo?”. E' in questi momenti che ho visto chi realmente mi era amico ed è avvenuta così una selezione naturale. Perché anche io ho sbagliato spesso valutazione dando fiducia a gente che non la meritava affatto e che si è fermata alla superficie senza voler capire cosa c'è dietro un atteggiamento spavaldo, canzonatorio e provocatorio e ferendo la mia sensibilità, calpestando i sentimenti e usandomi fino a che sono stata anfitrionica e aggregante, per poi evitarmi quando mi sono richiusa a riccio e ho smesso di mangiare e di parlare. Ma io non ne voglio a questi esseri, perché troppo piccoli d'animo per capire, troppo legati solo alle apparenze per riuscire ad accettare una sofferenza che non capiscono. E' gente mediocre che vive solo di cose materiali e che non si mette mai in discussione, anche perché se lo facesse, sarebbe probabilmente la prima a soccombere alla propria coscienza. E come biasimarla? Ho visto e vissuto in prima persona l'infelicità di essere viva, il sentirsi fuori posto ovunque, accorgersi di non avere più nulla da dire perché tutto risulta banale e già detto ma soprattutto vivere con noia ogni istante sapendo già quale sarà la conclusione. E poi onestamente anche io non voglio più queste persone vicino, non voglio più avere a che fare con sanguisughe e non ho più quel bisogno spasmodico di essere capita a tutti i costi. Ma chi se ne frega se non capiscono, tanto per mille che non possono comprendere ce ne sarà sempre uno che entra in sintonia con me e a cui non devo spiegare nulla. Si deve solo aver pazienza e aspettare ...forse per mille anni...

martedì 9 giugno 2009

Intolleranza fanese



Si potrebbe scrivere di qualsiasi stato d'animo, ma chissà per quale motivo mi viene il desiderio di farlo quando sono triste. Eppure a volte mi rammarico di non aver impresso su carta dei momenti bellissimi, che so che difficilmente torneranno, mentre la tristezza arriva nei momenti più impensati senza dare il preavviso, e mi ritrovo a fissare la tastiera con la voglia di far esplodere le parole. Ora sono in uno strano limbo misto di paura e totale incoscienza, quell'incoscienza che mi ha permesso di sopravvivere fino ad ora.
Sono di nuovo ad un bivio e devo fare delle scelte che una volta di più mi sconvolgeranno la vita, mettendomi nella condizione di dover ricominciare tutto da capo e, ovviamente per me, le mie decisioni sono quasi sempre di natura affettiva,da cui poi deriva di solito il cambio di città, di abitazione e magari anche di lavoro.
Questa volta però c'è di mezzo anche l'insofferenza che ho nei confronti di questa ridente cittadina morta, che mi è diventata ormai intollerabile e che in quattordici anni mi ha ucciso con la sua provincialità, per cui oggi all' ennesimo mio rientro in treno da Piacenza mi sono ritrovata a fare il definitivo punto della situazione . A prescindere dal fatto che mi sono resa conto che non ho mai trovato pace in nessuna città, per cui di fondo credo ci sia un' acuta insofferenza, ma mai come questa volta ho vissuto male un posto. Abituata com'ero a vivere in città grandi dove comunque c'era qualcosa da fare se non avevo voglia di stare a casa, mi sono ritrovata in un paesotto dove per occupare il tuo tempo libero il massimo che ti viene proposto è l'aperitivo o il caffè al bar. E questo è l'unico tipo di vita sociale che viene offerto a Fano, dove signore, presumibilmente donne di casa, alle nove del mattino vestite e truccate di tutto punto come se dovessero andare a una festa, stanno beatamente sedute nei bar a prendere il caffè spettegolando su chiunque. Mi è diventata insopportabile l'aria di benessere che si respira. In un momento storico in cui la nazione sta andando a rotoli, Fano viene denominata “l'isola felice”, perché quasi tutti hanno i soldi e non esiste il concetto di rinunciare a qualcosa. Tutti i fanesi sono benestanti, mentre chi viene da fuori viene guardato come un Ufo, e tagliato fuori perché non facente parte della “famiglia”. Ho avuto spesso la sensazione che pur vivendo geograficamente in un paese ai confini con l' Emilia Romagna, in realtà a volte sembra di stare nel profondo sud, dove regna indisturbata la mafia. Ebbene, purtroppo anche a Fano esiste a mafia e io l'ho potuto provare sulla mia pelle con il lavoro, e non avendo conoscenze sono stata tagliata fuori in maniera anche violenta che mi ha portato una grossa sofferenza e la sensazione perenne di essere inadatta a quella realtà. Poi diventa difficile vivere come un' emarginata e credo di aver capito cosa provano gli extracomunitari, anche se loro onestamente sono molto più tutelati di noi.

Comunque non tutto è stato negativo nella mia permanenza forzata a Fano, per esempio ho scoperto che è normale fare scambio di coppie o mettere le corna al marito, perché è praticamente lo sport preferito da tutti e quando all'inizio rimasi un po' perplessa conoscendo questa realtà perché nelle città dove ero vissuta fino ad allora non mi era mai capitato di assistere così di frequente a queste situazioni di coppia, mi guardavano tutti ridacchiando e pensando probabilmente che ero proprio tonta. Mi sento un’esiliata, come se stessi scontando una pena per qualche colpa commessa di cui però non ho conoscenza. In quattordici anni anni mi sono costruita, nella casa in affitto in cui vivo, la turris eburnea, da cui vengo fuori solo per sbrigare le commissioni d’obbligo ma in cui corro a richiudermi per non essere costretta ad avere la possibilità di incontrare qualcuno a cui non saprei proprio cosa dire, dato che gli argomenti delle donne qui sono inerenti solo l’abbigliamento, i viaggi e i ristoranti. Non so quanto potrà durare ancora l’esilio, ma sicuramente non più di un altro anno, dopodichè raccoglierò quello che posso e andrò per altri lidi, probabilmente da dove sono venuta, dove potrò ritrovare gli amici di sempre e sicuramente un’apertura mentale più adatta alle mie corde e pensare a questo periodo come ad una delle mie esperienze più strampalate da cui l’unica cosa che ho imparato di certo è che devo stare molto alla larga dai paesotti;-)

mercoledì 27 maggio 2009

APPELLO ALLE DONNE

Noi donne siamo spesso convinte che gli uomini siano dei porci, e in parte è anche vero perchè ce l'hanno nel dna e poi sono forniti di un'unico neurone per cui non riescono a valutare i pro e i contro delle loro battutine e rendersi conto che determinati apprezzamenti, diciamo "pesanti", riescono solo a stimolare in noi donne "normali" la voglia di far loro capire quanto sono ridicoli.
Però, attenzione, ho parlato di donne "normali" perchè ultimamente mi sono fatta un'istruzione vagando in siti per soli uomini, e ho dovuto prendere coscienza aimè, che c'è una quantità innumerevole di donne che fornite alla nascita di più neuroni come tutte, hanno ben pensato di darli via tutti e di rimanere si e no con mezzo.
E qui spezzo una lancia a favore dei nostri poveri maschietti, che già hanno avuto la disgrazia di essere stati monodotati, ma se in più, nel loro vagare virtuale, si ritrovano a dover rendere conto a donne che si chiamano "vaccadamungere", "scopamitutta", "fluidocaldo" o "mammalesbo", certo la vita gli si complica dandogli il diritto di pensare che sia normale scrivergli "bella vacca...ti vorrei mungere;-)".
Indi per cui poscia donne lancio un appello: a difesa della dignità femminile, ma sopratutto per poter continuare ad affermare che siamo noi quelle intelligenti, tutte quelle che usano nick di questo genere si facessero un'analisi di coscienza e pensassero se a loro farebbe piacere scoprire che il proprio marito va dando della "maiala" a qualcun'altra o se la proria figlia si facesse chiamare "culodoro".
E, precisando che io credo di essere una personcina di larghe vedute, se qualcuna è in grado di spiegarmi le motivazioni e aprirmi nuovi orizzonti, sono tutta orecchie:-)

domenica 24 maggio 2009

SE SAPESSI...

Se sapessi che davvero dopo di me non restassero tracce di quello che vedo e ascolto,io salperei con me stessa senza voltarmi,affrontando la sola ambizione di andare dove desidero arrivare.Ma il dubbio che questa sia la realtà e là il mio sogno mi trattiene.Per amore solo per amore.E resto finchè l'amore comunque ha senso di condizione.

E ancora se sapessi quante volte penso la stessa cosa e da quanto tempo...e fin'ora sono rimasta per amore ma mi sono data solo un altro anno di tempo e poi salperò per poter passare gli ultimi anni di vita su questa terra a vedere e fare le cose che ancora non ho visto e fatto, perchè penso che il rimpianto possa vanificare qualsiasi forma di amore e sacrificio e io alla fine non vorrò rimpiangere nulla...

domenica 17 maggio 2009

LEGGETE CON ATTENZIONE E FATE CIRCOLARE!!!

DAL BLOG DI "OFFICINA DEL FUTURO", UNA NOTIZIA FATTA PASSARE SOTTO SILENZIO, E NON A CASO, COME SPESSO CAPITA IN QUESTO REGIME DI CENSURA: FATE CIRCOLARE IL PIU' POSSIBILE! http://officinadelfuturo.myblog.it/archive/2009/05/16/internet-democrazia-compromessa.html 16.05.2009 INTERNET, DEMOCRAZIA COMPROMESSA INTERNET: LA FINE DELLA DEMOCRAZIA NEL WEB - sabato 16 maggio 2009 A tutti quanti mi criticavano, pochi mesi fa, quando sostenevo che ci troviamo in presenza di un REGIME FASCISTA..... Questo testo non l'ho scritto io, mi è stato democraticamente inviato e democraticamente lo condivido con voi. DDL 773 - Emendamento - art. 50-bis L’attacco finale alla democrazia è iniziato! Si sferra il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo. Ieri nel voto finale al Senato, che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l’obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senza tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC), è stato introdotto l‘articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet“.Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l’articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere. In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero. Il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l’unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l’ennesima volta, in una materia che vede un’impresa anche del Presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d’interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare. Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l’Italia come la Cina e la Birmania. Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico. Fate girare questa notizia il più possibile. E’ ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E’ in gioco davvero la Democrazia! Si potrebbe anche leggere questa nota esplicativa su Wikipedia che spiega DEMOCRAZIA, tanto per rinfrescarmi la memoria mi è stato utile. http://it.wikipedia.org/wiki/Democrazia Il presupposto della costituzione democratica è la libertà, tanto che si dice che solo con questa costituzione è possibile godere della libertà, che si afferma essere il fine di ogni democrazia. Una delle caratteristiche della libertà è che le stesse persone in parte siano comandate e in parte comandino. [...]Questi dunque sono i caratteri comuni a tutte le democrazie, e da quella che unanimemente si concorda essere la giustizia secondo i canoni democratici (cioè che tutti abbiano lo stesso secondo il numero) deriva quella che più di ogni altra sembra essere democrazia e governo di popolo. L’uguaglianza consiste nel fatto che non comandino più i poveri dei ricchi, che non siano sovrani i primi soltanto, ma tutti secondo rapporti numerici di uguaglianza. E questo sarebbe l’unico modo per ritenere realizzate l’uguaglianza e la libertà nella costituzione. (Aristotele, Politica, in C. A. Viano (a cura di), Politica e Costituzione di Atene di Aristotele, U.T.E.T., Torino, 1992, pp. 273-274)

lunedì 11 maggio 2009

NASCE LA PROPULSIONE ARTISTICA SOLIDALE R.A.O

Martedì 12.05.2009, alle ore 21,00, verrà presentato a Milano, presso L’UMANITARIA (entrata a ingresso libero da Via S. Barnaba, 48), il nuovo manifesto artistico denominato R.A.O. (acronimo di: “REALITY ART OPEN”), unitamente ai principi ispiratori della perfomance multimediale poliartistica denominata “Sinfonia d’arte R.A.O.” e del libro: “Il tesoro più nascosto” di Master e Michelangelo Magnus.

All’incontro saranno presenti: L’Avv. Massimo Colangelo (Michelangelo Magnus), il Prof. Alberto Cesare Ambesi, il Dott. Diego Barzaghi, l’Arch. Silvia Capiluppi, il Dott. Francesco Luzza, il Maestro Ercole Pignatelli, la pubblicitaria Liliana Paoloni, la Prof.ssa Ornella Piluso e la cantante Cristina Vaira, che dibatteranno e presenteranno le principali novità introdotte dal movimento R.A.O.

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I principi dell’avanguardia artistica R.A.O. in sintesi:

1) l’attinenza con la realtà, almeno come spunto;

2) l’interrelazione tra chi crea l’opera e chi è oggetto dell’usufruizione della stessa, che nella fattispecie avrà il potere di influire in tutto o in parte sull’atto creativo e/o sull’oggetto del creato;

3) lo stimolo alla creatività che coinvolge l’utente finale a diventare lui stesso parte, continuatore o innovatore dell’opera;

4) la solidarietà e lo scambio dei ruoli;

5) la multimedialità dell’opera che deve sempre coinvolgere più discipline artistiche (arte qui intesa in senso lato);

6) l’aspetto magico o simbolico o fantastico (questo aspetto sembra in apparente contrasto con gli altri requisiti, ma così non è, perché nella realtà c’è sempre un aspetto magico, anche se spesso occulto ai più). Inoltre in uno stile aperto, l’importante è che lo spunto di partenza sia reale, ma nulla vieta che l’onirico s’intrecci con il reale, come faceva Fellini, in quanto anch’esso è parte dell’uomo. Ciò permetterà di uscire da schemi fissi e di lasciare aperta una porta su sviluppi futuri.

Si avrà un’opera “RAO” (o “RAM” acronimo di Reality Art Magic), se almeno 3 dei 6 requisiti suggeriti, saranno rispettati.

Dettagli della manifestazione del 12.05.09


Dopo la rappresentazione dell'opera multimediale poliartistica R.A.O. avvenuta il 7.5.09, nella giornata del 12.5.09, verranno discussi i principi cardine della Propulsione Artistica Solidale R.A.O. e i potenziali sviluppi per il futuro, c/o l'Umanitaria di Milano (saletta cinema, ingresso da Via S. Barnaba, 48, l’entrata è posta sul retro del Tribunale), nell'occasione verrà presentato anche il II° libro di Master e Michelangelo Magnus: "Il tesoro più nascosto". La conferenza inizierà alle ore 21,00, ma per chi volesse potrà degustare alcuni piatti tipici suggeriti nei libri di Master e Michelangelo Magnus c/o il ristorante "I chiostri di San Barnaba", sito di fronte la struttura, che realizzerà un happy hour, sin dalle ore 20,00 introducendo nel menù tradizionale anche alcuni assaggi delle suddette ricette che diverranno quindi “arte da mangiare”.

L’occasione è di quelle ghiotte, perché nella stessa serata potrete ascoltare una breve presentazione del II° libro di Master e Michelangelo Magnus, che apre l’inizio di una caccia al tesoro vera, con tanto di indizi nascosti in tutta Italia e in parte all’estero e un tesoro particolare “tutto da scoprire”.

L’iniziativa a ingresso libero è aperta a tutti, ma data la limitata disponibilità di posti, sarebbe interessante che la discussione potesse essere raccolta e rilanciata dai media per raggiungere un pubblico più vasto. Grazie a chi ci aiuterà in questa titanica impresa. Michelangelo Magnus

(Per info: www.iltesoropiunascosto.com)


venerdì 8 maggio 2009

SINFONIA D’ARTE R.A.O. (Reality Art Open)



Giovedì 7.05.09, alle ore 21,00, nella discoteca “Quaranta40”, di Milano, Via Quaranta, n. 40, verrà presentato, il libro di Master e Michelangelo Magnus: “Il tesoro più nascosto” all’interno dell’opera multimediale poliartistica denominata: “Sinfonia d’arte R.A.O.”. Con l’occasione verranno illustrati i principi dell’avanguardia artistica: R.A.O. - “REALITY ART OPEN”.
Dalle 0,00 alle 0,20 sarà eseguito lo schizzo di un ritratto di nudo integrale dal vivo, ad opera della pittrice, Consuelo Bagaloni, della modella e pittrice Symba (che da oggetto, diverrà soggetto di pittura, alzandosi e abbozzando un quadro).

giovedì 30 aprile 2009

mercoledì 29 aprile 2009

A SIMONE

Non ho memoria di me stessa piccola e quando mia madre mi dice che le sembra che sono nata ieri, la guardo stralunata perché a 50 anni l’infanzia è molto lontana.
Ma quando guardo te, figlio ormai adulto, ti vedo ancora bimbo che venivo a prendere alle elementari e che proteggevo dai compagni che ti facevano i dispetti. Come quella volta che mi sono messa una parrucca per non essere riconosciuta e poter cogliere in flagrante due fratellini che si divertivano a picchiarti quando uscivate da scuola. E mi si riempie il cuore di tenerezza anche oggi, quando mi guardi infelice, con i tuoi occhi buoni pieni d’amore. Vorrei poterti lenire tutte le tue sofferenze di uomo, ma non mi è possibile e mi sento impotente. E quando mi rimproveri i miei errori, dentro di me penso che non riuscirò mai a farti capire quanto amore ho per te, e che se anche ti sembro dura, è solo perché qualcuno mi ha insegnato che i figli vanno lasciati crescere e sbagliare e bisogna solo essere lì pronti a raccogliere i cocci e le lacrime.
Ti amo sopra ogni altra cosa e darò la vita per te, se necessario, e anche quando non sarò fisicamente vicino a te, sarò comunque sempre con te e dentro di te, e nessuno e niente mai potrà distruggere quello che provo, figlio.

...azz...


...mi sento terribilmente smielata e demodè, quasi dannunziana e un pò caramellosa, di un romantico che puzza di naftalina...devo fare l'aggiornamento al cervello!!!:-)))))

martedì 28 aprile 2009

UKIYO-E

"il cane"
"il drago"




Due dei dodici disegni raffiguranti l'oroscopo cinese comparato all'ukiyao-e giapponese (antica tecnica grafica), eseguiti per un'esposizione nella città di Jesi nel 1991.





Ukiyo-e

Il termine UKIYO-e, di origine buddista ebbe automaticamente un significato religioso: esso si riferiva alla caducita’ della vita umana e significava alla lettera “Questo mondo di miseria”. Solo verso la meta’ del XVII secolo lo scrittore Asai Ryoi nei suoi “racconti del mondo fluttuante“ (UKIYO Monogatari) definì con questa parola uno stile di vita, la vita voluttuosa dei cittadini di Edo: “Vivere soltanto il presente, ammirare la luna, la neve, i fiori di ciliegio e le foglie d’autunno, godere del vino, delle donne e canti, lasciarsi trasportare dalla corrente della vita, come una zucca vuota che corre galleggiando su un fiume”. Era la vita dell’emergente classe mercantile di Edo che sperperava la sua ricchezza in effimeri piaceri. La mutevolezza di questo “mondo fluttuante” (UKIYO) produsse le immagini (e) che ne immortalarono la evanescente bellezza.


domenica 26 aprile 2009

L' ONDA


Vibra, si muove e produce un eco
E mi sommerge col suo calore.
E mi culla nel suo dolore.
Guardo la risacca tristemente
e l’onda si allontana
lasciando posto al niente.


C.B.

...E CHE CAZZO!!!

“Ma non vedi di che colore è questo cazzo di sangue?” “Perché? Di che colore dovrebbe essere?” “Rosso no? Invece è un colore torbido, bordeaux, quasi nero. Non è normale, non è fluido, non quel morbido liquido che dovrebbe fuoriuscire da una vena tranciata e che ti dovrebbe far morire dissanguato. Cazzo….non mi riesce bene neanche di suicidarmi!!! Andando avanti così mi ci vorranno ventiquattro ore prima della dipartita, e io non ho tutto questo tempo da perdere. Vado di fretta, come sempre. Secondo te quale potrebbe essere il sistema più adatto per fare più velocemente?” “ Veramente non lo so. Non ho mai tentato di suicidarmi. Ma magari se provi con dei barbiturici fai prima…” “ Già fatto, sono solo riuscito a fare una bella dormita come erano anni che non ne facevo più .Ma a parte questo non ho ottenuto di più.” “Ma mi spieghi perché devi morire a tutti i costi? La vita non è poi così male..” “Si lo so. Ma non è male se hai tutte quelle cose che ogni essere umano desidera. Amore, amicizia, salute e magari anche qualche soldo in più non sarebbe male. Ma io non ho niente di tutto questo. Mi manca la materia prima.” “Eccoti di nuovo che ti piangi addosso. Ma non sai che i problemi ce li abbiamo tutti?” “Si lo so. Ma mica così a raffica come ce li ho io! Devo riuscire a prendere fiato e l’unico modo per troncare questo serpente che si morde la coda, è morire. E poi cosa c’è di male a voler morire fisicamente? Tanto io sono già morto dentro…” “Buffone. Falla finita con ste stronzate. Ma dove sono finite le tue famose palle? Dicevano tutti che eri un uomo con le palle. Ma a me non sembra” “Infatti ero….ora non sono. Mi sono rotto di essere sempre il forte della situazione. Voglio sfatare questa nomea. Sono un essere umano con tutte le sue fragilità e non uno che si può calpestare in qualsiasi momento. Tanto con il ragionamento ci ho provato, ma nessuno capisce. E’ come se parlassi in arabo. E allora basta no?” “Oh…sai che ti dico? Fai quel cazzo che ti pare. Muori dissanguato, avvelenato, impiccato…ah ecco. Impiccato non va bene? “ “No no, troppo cruento e brutto a vedersi. Non voglio lasciare di me un’immagine orripilante. In fondo sono sempre stato un bell’uomo. Ho avuto dalle mie donnine tutto quello che volevo. Se mi vedono così, poi perdo di fascino.” “Non so più cosa suggerirti. Ma perché sei sempre così plateale? Non puoi fare una cosa che non venga resa di dominio pubblico? “ Ma se proprio quello che voglio è poter attirare l’attenzione sudi me. Mi piace l’idea che la gente dica di me”Era un grande! Abbiamo avuto una grave perdita con lui. Praticamente è finito il mondo”” “Ma chi cazzo credi di essere? Guarda che sei uno come gli altri. Ne più ne meno.” “Ecco bravo. Adesso mi è rivenuta voglia di crepare. Complimenti per la tua psicologia spicciola! Passami quella cazzo di lama che taglio più a fondo…magari muoio prima…spero. E sai che ti dico ? Fa’n culo tutti, te per primo imbecille!”